Secondo me Elling affronta il tema del disagio, ma soprattutto dell’amicizia.
"Alcuni sciano da soli verso il polo Nord mentre io devo raccogliere tutto il mio coraggio solo per arrivare al gabinetto". Chi parla è Elling, poco prima di recarsi al bagno di un ristorante dove è andato assieme al suo amico Kjel Bjarne.
Il film vive sulla figura di Elling e racconta dei suoi sforzi e di quelli del suo amico Kjel nel cercare di reinserirsi in un contesto sociale "normale" dopo aver trascorso due anni in una clinica psichiatrica. La scena è quella di un appartamento di Oslo dove il servizio sanitario norvegese ha destinato i due ex degenti.
Il disagio di Elling nel vivere una vita normale, nel rapportarsi con la società civile, nel compiere i piccoli gesti della quotidianità come andar a fare la spesa o rispondere al telefono, è ben rappresentato.
“Sono sempre stato un cocco di mamma. Sempre noi due insieme, per quarant´anni. Nessuno veniva a trovarci".
Elling è la testimonianza che l'uomo è un'animale sociale e deve vivere tra e con le persone, a volte ci sono dei problemi ma per fortuna ci sono dei metodi per superarli, il film racconta una buona prassi europea di re-inserimento sociale basato sulla tecnica del "Dare potere sociale".
Non credo però che il film vada letto come un lavoro sul disagio psichico, sebbene da esso prenda spunto: a prescindere dai giudizi estetici che ciascuno può formulare, ritengo che Elling sia interpretabile più che altro come un percorso di formazione “umano”.
A mio parere il film tratteggia con garbo la linea di demarcazione tra la raffigurazione dei disturbi mentali e il prendersi gioco degli stessi.