Il film, commissionato dalla CGIL di ROMA, è chiaramente a tesi precostituita che non ne inficia il valore in senso lato, in quanto è di “splendida attualità”. Aggiungerei un film “militante”, anche se il termine MILITANZA oggi, come tanti ideali SOLIDARIETA', UGUAGLIANZA, LIBERTA tendono ad essere travolti e ritenuti da ROTTAMARE da una neo-barbarie culturale. Tali ideali sono svalorizzati ed hanno una traduzione politica in Italia da parte di chi ci governa che, anziché puntare sulla crescita /rinascita del Paese, fondata su nuove opportunità di LAVORO e di CULTURA, tende a demolire i pilastri di un patto sociale, definito CONSERVATORE, che si tradusse, dopo 25 anni di lotte dei lavoratori del dopoguerra, nello STATUTO dei LAVORATORI. Questa premessa “ ideologica e storica” serve forse a capire perché oggi il centro dello scontro politico ( si potrebbe definire “tema di diversione di massa”) è il JOB ACT, in cui, dalle cortine fumogene politichesi, emerge un dato inconfutabile : non si vogliono estendere i DIRITTI a chi non ce li ha, in RISPETTO della PERSONA UMANA, ma si vogliono diminuire quelli esistenti nel nome di una MAGGIORE PRODUTTIVITA' AZIENDALE e per mano libera da parte agli IMPRENDITORI, agli INVESTITORI o PADRONI come a me piace chiamarli.
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